venerdì 14 ottobre 2011

Social network e genitori detective




Non meno di 5 anni fa, molti genitori approfittavano del tempo in cui i figli andavano a scuola per aprire i loro diari segreti, immergendosi nel mondo pressoché sconosciuto degli adolescenti; ai giorni nostri invece, quelle pagine di diario si sono trasformate nelle pagine di diversi social-network, come Facebook, Twitter, etc., in cui alcuni genitori, trovandosi ignoranti di fronte alle nuove tecnologie, ricorrono a soluzioni alternative, come profili di Facebook falsi, analisi della cronologia web o richiedono addirittura l'aiuto di detective privati, le richieste dei quali, sono aumentate del 30% in soli quattro anni. Altri strumenti alla portata dei genitori “spioni” sono i manuali che insegnano ad usare i social network, a partire dal grande successo americano “Facebook for parents”.


Da questo atteggiamento nascono varie critiche e dibattiti, le opinioni sono diverse: gran parte delle persone è a favore dei controlli sui figli, a patto che siano moderati e leali, altri lo considerano un comportamento sleale, mentre i restanti sostengono fermamente che controllare i propri figli è un dovere di genitore responsabile.
Il perché di questo allarmismo da parte dei genitori è comprensibile, ma vi proponiamo i risultati dettagliati degli studi pubblicati su “la Repubblica” del 12 ottobre 2011, riguardanti gli adolescenti e la tecnologia:

-il 97% possiede un computer,

-il 67,5% ha un profilo su Facebook,

-il 49,2 ha il Pc nella propria camera,

-il 18,9% pubblica filmati su YouTube,

-il 17,4% ha un blog su Internet,

-il 17,4% si collega per più di 3 ore al giorno

-il 55% delle donne si collega ogni giorno, mentre la percentuale dei maschi è del 51%,

-la parte del giorno favorita per collegarsi è il pomeriggio, con l'85,2%, seguito dal 52,5% che solitamente fa utilizzo del web nelle ore dopo cena.

Certamente, il comportamento di questi genitori è causa dell'amore per i propri figli, ma resta il fatto che questi ultimi sono liberi di corazzare la propria vita privata e sociale, e di conseguenza, anche i loro computer!

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