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giovedì 1 dicembre 2011

Facebook: attenzione alla privacy





Facebook ha perso. A causa delle numerose violazioni nella privacy degli utenti, questo sito sociale ha dovuto fare un accordo con la Federal Trade Commission (FTC) statunitense.
Il co-creatore Mark Zuckerberg, si è scusato pubblicamente con tutti gli iscritti sul blog dell'impresa,  ammettendo di aver perso il controllo della situazione. La cosa che ci lascia sconcertati è che è ben la decima volta che Zuckerberg porge le proprie scuse al pubblico per i cambiamenti apportati nella piattaforma.
In pochi anni questo social network ha avuto un grandissimo successo, diventando un programma di comunicazione molto popolare che influenza facilmente la società. Per questo era prevedibile un intervento da parte del governo; infatti, da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Ora Facebook dovrà sempre chiedere il consenso degli iscritti prima di fare qualsiasi cambiamento riguardante l'ambito privato dei clienti.
Il fatto di modificare le impostazioni della privacy della piattaforma è diventata quasi un'abitudine, ma la cosa che non va bene, è proprio il fatto che non si chieda mai l'approvazione da parte degli utenti, che possono talvolta trovarsi in difficoltà più o meno gravi.
Jonathan Zittrain, co-fondatore del Berkman Center for Internet and Society, ha creato il concetto di “tecnologia sterile” inserendo Facebook e l'iPhone in questa categoria. 

Ma cosa significa tecnologia sterile? Significa che i fruitori devono fare uso del prodotto in questione nel modo in cui vuole il produttore, il quale non è tenuto a richiedere il loro consenso prima di cambiare qualcosa. Questo tipo di tecnologia può essere conveniente o meno in base alle esigenze o interessi di ogni componente di questa grande e complessa rete sociale, ma l'importante è che questi siano bene informati a riguardo, per evitare disagi.

lunedì 28 novembre 2011

Internet: parlano i giovani


Il web visto dai giovani in cinque video, alla Pisana 250 ragazzi delle scuole superiori per la Giornata mondiale dell’Infanzia

Il giorno 24.11.2011, alla Pisana di Roma, gli studenti delle superiori del Lazio hanno partecipato a Internet parlano i giovani, in occasione della Giornata Mondiale dell'Infanzia. Si tratta di un'iniziativa organizzata da Francesco Alvaro, garante dell'infanzia, e dal Consiglio regionale del Lazio, in collaborazione con l'Unicef.
Cinque ragazzi hanno presentato i video realizzati dalle scuole a proposito del Web, dei suoi pericoli e delle sue opportunità, rappresentando diverse situazioni riguardanti persone di generazioni differenti alle prese con Internet.


L'argomento “Web” è rilevante perché questo strumento, incrementandosi nella nostra vita, ha creato un nuovo modo di pensare, imparare, condividere e costruire relazioni con le persone e con il mondo esterno; ma "non è tutto oro quello che luccica": navigando in Internet si corrono molti rischi ed è importante saperli evitare e combattere. Per spiegare questo discorso, è intervenuta Patrizia Torretta, psicologa del Centro Nazionale per il contrasto della pedo-pornografia online della Polizia Postale.
Il dibattito si è arricchito grazie al saluto del vicepresidente del Consiglio Raffaele D'Ambrosio e dell'assessore regionale all'Istruzione Gabriella Sentinelli, oltre al contributo di Mauro Evangelisti, giornalista de “Il Messaggero” e autore del libro “Chiedimi l'amicizia” e a quello di Paulo Lima, giornalista che ha raccontato l’esperienza della rivista brasiliana Viraçao, completamente realizzata con idee e contributi di adolescenti.


Alfonso de Biasio, presidente del Comitato Regionale Unicef per il Lazio, ha commentato: “Questo incontro manifesta la volontà dell'Istituzione regionale di mettere ai primi posti dell'impegno politico le problematiche legate all'infanzia e all'adolescenza”.

venerdì 4 novembre 2011

Scuola trentina e intercettazione





Per gli studenti del Liceo Bertrand Russell di Cles (TN), l'anno scolastico è iniziato con una grande novità: l'intercettatore di cellulari Wolfhound-lite. Questa specie di “cane lupo” dei professori viene usato per beccare chi imbroglia durante le verifiche, copiando dal proprio cellulare. Si tratta di un marchingegno ideato negli Stai Uniti che può essere agganciato sotto la cattedra, sulla cintura o sotto la giacca degli insegnanti. Quando un telefonino entra in funzione l'apparecchio inizia a vibrare mettendo allo scoperto chi pensa di fare il furbo.
La maggior parte degli studenti che abbiamo intervistato sull'argomento, non era al corrente di questa introduzione. Solamente un numero ridotto ne aveva sentito parlare per caso da qualche compagno, ma non dai professori, i quali non hanno mai speso parola a riguardo. Dei dieci alunni che abbiamo intervistato su Facebook, solo due sono parzialmente favorevoli a questo detector, mentre gli altri sono fermamente contrari. Ma per quale motivo?
I ragazzi ammettono che non dovrebbero fare uso del cellulare in classe, ma sostengono che "i professori potrebbero fare più attenzione durante lo svolgimento delle prove, invece di dedicarsi ad altre attività come la correzione di altri compiti, consultazione di siti internet o l'osservazione del panorama al di fuori della finestra".
Un'altra fonte di lamentela da parte degli alunni riguardo all'intercettatore è la consapevolezza dei fondi scarseggianti della scuola e affermano che la spesa per questi apparecchi sia eccessiva ed inutile, soprattutto perché “questi soldi potrebbero essere usati per scopi più costruttivi e utili, come ad esempio gite scolastiche o settimane linguistiche, le quali quest'anno hanno subito un grande calo o addirittura l'eliminazione proprio a causa dei problemi economici dell'istituto Russell”.
Altri ragazzi ci hanno confidato che oggigiorno è una cosa normale fare uso del cellulare durante le lezioni e pensano che Wolfhound sia un metodo esagerato, dato che se uno studente copia è negativo per lui, reca danno a se stesso e a nessun altro. In parole povere, nonostante la questione che copiare sia sbagliato, sono fatti dell'interessato.
Dalla parte opposta troviamo ragazzi che trovano questa "spia hi-tech" un'idea più che efficiente e proporrebbero sistemi “anti-copiatura” ancora più severi, come ad esempio la deposizione del telefonino nel proprio armadietto e la presenza di una sorta di check-in all'entrata in classe, così da evitare copiature, discordie con i professori e spese extra.

venerdì 14 ottobre 2011

Social network e genitori detective




Non meno di 5 anni fa, molti genitori approfittavano del tempo in cui i figli andavano a scuola per aprire i loro diari segreti, immergendosi nel mondo pressoché sconosciuto degli adolescenti; ai giorni nostri invece, quelle pagine di diario si sono trasformate nelle pagine di diversi social-network, come Facebook, Twitter, etc., in cui alcuni genitori, trovandosi ignoranti di fronte alle nuove tecnologie, ricorrono a soluzioni alternative, come profili di Facebook falsi, analisi della cronologia web o richiedono addirittura l'aiuto di detective privati, le richieste dei quali, sono aumentate del 30% in soli quattro anni. Altri strumenti alla portata dei genitori “spioni” sono i manuali che insegnano ad usare i social network, a partire dal grande successo americano “Facebook for parents”.


Da questo atteggiamento nascono varie critiche e dibattiti, le opinioni sono diverse: gran parte delle persone è a favore dei controlli sui figli, a patto che siano moderati e leali, altri lo considerano un comportamento sleale, mentre i restanti sostengono fermamente che controllare i propri figli è un dovere di genitore responsabile.
Il perché di questo allarmismo da parte dei genitori è comprensibile, ma vi proponiamo i risultati dettagliati degli studi pubblicati su “la Repubblica” del 12 ottobre 2011, riguardanti gli adolescenti e la tecnologia:

-il 97% possiede un computer,

-il 67,5% ha un profilo su Facebook,

-il 49,2 ha il Pc nella propria camera,

-il 18,9% pubblica filmati su YouTube,

-il 17,4% ha un blog su Internet,

-il 17,4% si collega per più di 3 ore al giorno

-il 55% delle donne si collega ogni giorno, mentre la percentuale dei maschi è del 51%,

-la parte del giorno favorita per collegarsi è il pomeriggio, con l'85,2%, seguito dal 52,5% che solitamente fa utilizzo del web nelle ore dopo cena.

Certamente, il comportamento di questi genitori è causa dell'amore per i propri figli, ma resta il fatto che questi ultimi sono liberi di corazzare la propria vita privata e sociale, e di conseguenza, anche i loro computer!

giovedì 28 aprile 2011

Open source: un mondo da scoprire




Dopo Snow Leopard per Mac e Windows 7 per pc, arriva la sorprendente versione di Ubunto 10.10 Maverick Meerkat, il sistema operativo gratuito su base Linux. La nuove funzioni del sistema sono: Ubunto Netbook Edition, per l'organizzazione e la rapidità delle applicazioni, Center Software, che permette di scaricare gratuitamente i programmi open-source, e Ubuntu One, un archivio on line in cui salvare i nostri file.
Il grande vantaggio che ricaviamo, è quello di poter accedere ai nostri file con qualsiasi computer stiamo utilizzando.
Lo spazio su Ubunto One va da 2GB (per la versione gratuita), fino a 20GB.
La procedura d’installazione è molto comoda, permette inoltre di installare pacchetti aggiuntivi come flash o mp3, e se si preferisce mantenere il proprio sistema operativo, come ad esempio Windows 7, è possibile installare Ubunto in una parte libera del disco rigido, a modo tale da mantenere entrambi i sistemi.

Trasmettere le emozioni tramite simboli

Quante volte è capitato di fraintendersi scrivendo in chat o via messaggio? Questo fatto avviene a causa dell’impossibilità di trasmettere il nostro stato d'animo alla persona con cui stiamo scrivendo. Le emoticon sono la soluzione a questo problema. Grazie a semplici simboli come :-) :-( :-P, possiamo creare “faccine” che esprimono la nostra espressione, mentre con simboli come <3, <(“), :| ],possiamo addirittura far comparire immagini come cuoricini, pinguini, squali. Digitando invece :putnam: possiamo ricreare la faccina di Chris Putnam, uno degli sviluppatori di Facebook.

Il converti tutto

Spesso ci capita di voler trasferire i nostri video dalla fotocamera al computer, ma quest'ultimo risponde: <>. Non sempre i riproduttori video conoscono ogni formato esistente, ma una soluzione c'è: si chiama VLC, un riproduttore video universale. Un altro programma utile è Online Convert, la soluzione rapida grazie alla quale possiamo convertire video, audio e immagini gratuitamente.

mercoledì 8 dicembre 2010

Social network: una vera rivoluzione nel modo di comunicare




La prima forma di scrittura risale probabilmente al 3.500 avanti Cristo: sarebbero di quell’epoca infatti i vasi di Harappa, contenenti alcune iscrizioni. Risale invece al 1455 l’invenzione della stampa a caratteri mobili, inventata da Johann Gutenberg, tipografo.

È del 2004 invece l’invenzione di Facebook, il primo social network, ad opera di Mark Zuckerberg, studente di Harvard.
Cos’hanno in comune queste tre invenzioni? Hanno rivoluzionato per sempre il modo di comunicare, cambiando profondamente l’umanità e il suo modo di vivere.
Penserete che includere Facebook in queste pietre miliari sia un’esagerazione: dopo la lettura di questo post del sito appuntisullweb magari non cambierete idea, ma sicuramente riconoscerete che i social network costituiscono una rivoluzione, e non una semplice moda.
Seguiteci:
La fonte principale di questo post è MediaGroupTV, da cui ho preso alcuni dati (alcuni dei quali sono stati aggiornati al 2010).

sabato 6 novembre 2010

Facebook: Italiani al primo posto



Sei ore e 27 minuti al mese. È il tempo dedicato alla connessione su Facebook da parte degli italiani, secondo dati Nielsen. Dietro gli USA (sei ore) e la Francia (4 ore e dodici minuti). L’ Italia, stando ai dati Nielsen, è al primo posto tra i frequentatori di Facebook con 16 milioni di iscritti, ma nel 2003 il tempo medio passato sui social network non superava i 15 minuti al mese, per arrivare a tre ore e mezzo nel 2008, fino appunto alle 5 ore e oltre del 2010, come media mondiale.


“I social network sono una moda o un fenomeno duraturo? Se non sono una moda, che effetti hanno sui nostri comportamenti relazionali? Sono utili o costituiscono in definitiva una perdita di tempo?", s'interroga Giuseppe Riva, professore di Psicologia della Comunicazione all'Università Cattolica di Milano e presidente dell'Associazione Internazionale di CyberPsicologia. Riva è autore di I Social network (Il Mulino), che si ripercorre la storia dei social network da Facebook a MySpace, da Twitter a Linkedin, per spiegare quanto abbiano cambiato la nostra  vita.


Il suo libro pubblicato proprio alla fine di ottobre affronta il complesso mondo dei social network, illustrandone le caratteristiche: come sono nati e come si sono evoluti, quali effetti hanno prodotto sulle relazioni e sull'identità delle persone. Un'opera accessibile e informata per comprendere a fondo un fenomeno ormai così diffuso da non poter essere ignorato. Per la casa editrice Il Mulino, Riva ha pubblicato anche Psicologia dei nuovi media, nel 2008.