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giovedì 1 dicembre 2011

Facebook: attenzione alla privacy





Facebook ha perso. A causa delle numerose violazioni nella privacy degli utenti, questo sito sociale ha dovuto fare un accordo con la Federal Trade Commission (FTC) statunitense.
Il co-creatore Mark Zuckerberg, si è scusato pubblicamente con tutti gli iscritti sul blog dell'impresa,  ammettendo di aver perso il controllo della situazione. La cosa che ci lascia sconcertati è che è ben la decima volta che Zuckerberg porge le proprie scuse al pubblico per i cambiamenti apportati nella piattaforma.
In pochi anni questo social network ha avuto un grandissimo successo, diventando un programma di comunicazione molto popolare che influenza facilmente la società. Per questo era prevedibile un intervento da parte del governo; infatti, da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Ora Facebook dovrà sempre chiedere il consenso degli iscritti prima di fare qualsiasi cambiamento riguardante l'ambito privato dei clienti.
Il fatto di modificare le impostazioni della privacy della piattaforma è diventata quasi un'abitudine, ma la cosa che non va bene, è proprio il fatto che non si chieda mai l'approvazione da parte degli utenti, che possono talvolta trovarsi in difficoltà più o meno gravi.
Jonathan Zittrain, co-fondatore del Berkman Center for Internet and Society, ha creato il concetto di “tecnologia sterile” inserendo Facebook e l'iPhone in questa categoria. 

Ma cosa significa tecnologia sterile? Significa che i fruitori devono fare uso del prodotto in questione nel modo in cui vuole il produttore, il quale non è tenuto a richiedere il loro consenso prima di cambiare qualcosa. Questo tipo di tecnologia può essere conveniente o meno in base alle esigenze o interessi di ogni componente di questa grande e complessa rete sociale, ma l'importante è che questi siano bene informati a riguardo, per evitare disagi.

lunedì 23 maggio 2011

GoodGuide: una guida per gli acquisti


BlacBerry: il telefono più dannoso secondo
la classifica di GoodGuide.



Lo sai che gran parte dei prodotti che adoperiamo quotidianamente possono contenere ed emanare sostanze dannose per la nostra salute? Ma come facciamo a sapere quali sono questi prodotti?
Un giorno, il Professore Dara O’Rourke dell’Università Berkeley della California si domandò se la crema solare di sua figlia fosse un buon prodotto; dopo alcune ricerche scoprì che conteneva un ingrediente cancerogeno. Da quel giorno O'Rourke iniziò ad analizzare ogni prodotto che aveva in casa, a partire dal cibo, per poi passare ai giochi della figlia, agli elettrodomestici ecc.. Così nacque il sito www.goodguide.com, un utile mezzo per scoprire quanto sono nocivi i nostri prodotti su una scala da 0 a 10.
Il sito ci informa, quindi, sull’impatto ambientale, sociale e sugli aspetti sanitari dei prodotti che adoperiamo ogni giorno, e contiene oltre 60.000 prodotti fra giochi, igiene personale, pulizia della casa. Nel sito, notiamo ad esempio che i cellulari di marca BlackBerry sono i più dannosi rispetto ai suddetti tre punti.
Il creatore di GoodGuide, quindi, decise di condividere con gli altri queste notizie, a modo che i consumatori fossero consapevoli della propria scelta, avendo l'opportunità, volendo, di sapere quali prodotti sono o non sono consigliati per la nostra salute.
Una squadra di ricercatori analizza le proprietà nutritive degli alimenti, scopre tracce di agenti nocivi, assegna un punteggio e crea una classifica dei prodotti chimicamente migliori. Spesso i prodotti da analizzare vengono consigliati proprio dai fruitori, e solitamente propongono quelli che usano frequentemente. 
Se anche tu vuoi sapere in che posizione si trovano i tuoi prodotti, visita GoodGuide.

giovedì 28 aprile 2011

Open source: un mondo da scoprire




Dopo Snow Leopard per Mac e Windows 7 per pc, arriva la sorprendente versione di Ubunto 10.10 Maverick Meerkat, il sistema operativo gratuito su base Linux. La nuove funzioni del sistema sono: Ubunto Netbook Edition, per l'organizzazione e la rapidità delle applicazioni, Center Software, che permette di scaricare gratuitamente i programmi open-source, e Ubuntu One, un archivio on line in cui salvare i nostri file.
Il grande vantaggio che ricaviamo, è quello di poter accedere ai nostri file con qualsiasi computer stiamo utilizzando.
Lo spazio su Ubunto One va da 2GB (per la versione gratuita), fino a 20GB.
La procedura d’installazione è molto comoda, permette inoltre di installare pacchetti aggiuntivi come flash o mp3, e se si preferisce mantenere il proprio sistema operativo, come ad esempio Windows 7, è possibile installare Ubunto in una parte libera del disco rigido, a modo tale da mantenere entrambi i sistemi.

Trasmettere le emozioni tramite simboli

Quante volte è capitato di fraintendersi scrivendo in chat o via messaggio? Questo fatto avviene a causa dell’impossibilità di trasmettere il nostro stato d'animo alla persona con cui stiamo scrivendo. Le emoticon sono la soluzione a questo problema. Grazie a semplici simboli come :-) :-( :-P, possiamo creare “faccine” che esprimono la nostra espressione, mentre con simboli come <3, <(“), :| ],possiamo addirittura far comparire immagini come cuoricini, pinguini, squali. Digitando invece :putnam: possiamo ricreare la faccina di Chris Putnam, uno degli sviluppatori di Facebook.

Il converti tutto

Spesso ci capita di voler trasferire i nostri video dalla fotocamera al computer, ma quest'ultimo risponde: <>. Non sempre i riproduttori video conoscono ogni formato esistente, ma una soluzione c'è: si chiama VLC, un riproduttore video universale. Un altro programma utile è Online Convert, la soluzione rapida grazie alla quale possiamo convertire video, audio e immagini gratuitamente.

giovedì 24 marzo 2011

Internet: giornalisti in crisi





La continua crescita del consumo delle notizie online, che ha superato il giornali di stampa, ha causato una sfida fondamentale per il giornalismo. Gli annunci dipendono sempre più dalle reti indipendenti e, in aggiunta, hanno un appoggio da parte dei social network che forniscono gran parte del loro pubblico. "In un mondo in cui i consumatori decidono quali notizie vogliono e come vogliono riceverle, il futuro appartiene a coloro che capiscono al meglio il pubblico, e che possono sfruttare tale conoscenza con gli inserzionisti"(Tom Rosenstiel PEJ).
Grazie agli studi di Pew Research Center’s Project for Excellence in Journalism, scopriamo che:
-Il 47% degli americani ottiene informazioni locali tramite dispositivi mobili.
-Il 46% delle persone usufruisce di informazioni online almeno tre volte a settimana, rispetto ad un 40% che fa uso di giornali.
-La piattaforma più popolare americana è, con una percentuale del 50%, quella dei telegiornali locali.
-La pubblicità online è cresciuta del 13% nel corso del 2010.
-La circolazione dei giornali durante la settimana è calata del 5%, mentre quella domenicale ha avuto un declino del 4,5%.
-I ricavi pubblicitari giornalistici sono scesi di circa il 6,4% in un anno.
-Ogni settore dei media sta perdendo audience tranne quelli online.
(se vuoi avere più informazioni clicca qui: http://twitter.com/PEJPew)

giovedì 27 gennaio 2011

Nonni su Internet al Social Media Week






Una buona notizia per cominciare bene questo 2011: Nonni su Internet, progetto della Fondazione Mondo Digitale, è stato selezionato come uno dei 4 progetti più rilevanti tra i 100 che rappresenteranno l'Italia all'evento Social Media Week (http://socialmediaweek.org/rome/)  che si terrà dal 7 all'11 febbraio presso la Galleria Alberto Sordi, Piazza Fiume, Piazza Trilussa e Piazza delle Coppelle, a Roma.





Si tratta di una manifestazione in contemporanea in nove città del mondo: New York, San Francisco, Parigi, Toronto, San Paolo, Londra, Hong Kong, Istanbul e Roma, con lo scopo di estendere a tutti le possibilità e potenzialità offerte dalla Rete.
Sono invitati come protagonisti gli studenti-tutor di Telemouse - Nonni su Internet per animare le postazioni Internet che verranno allestite all'Illy Caffè all'interno della Galleria Sordi e ai Café Friends nelle piazze sopracitate.


mercoledì 8 dicembre 2010

Social network: una vera rivoluzione nel modo di comunicare




La prima forma di scrittura risale probabilmente al 3.500 avanti Cristo: sarebbero di quell’epoca infatti i vasi di Harappa, contenenti alcune iscrizioni. Risale invece al 1455 l’invenzione della stampa a caratteri mobili, inventata da Johann Gutenberg, tipografo.

È del 2004 invece l’invenzione di Facebook, il primo social network, ad opera di Mark Zuckerberg, studente di Harvard.
Cos’hanno in comune queste tre invenzioni? Hanno rivoluzionato per sempre il modo di comunicare, cambiando profondamente l’umanità e il suo modo di vivere.
Penserete che includere Facebook in queste pietre miliari sia un’esagerazione: dopo la lettura di questo post del sito appuntisullweb magari non cambierete idea, ma sicuramente riconoscerete che i social network costituiscono una rivoluzione, e non una semplice moda.
Seguiteci:
La fonte principale di questo post è MediaGroupTV, da cui ho preso alcuni dati (alcuni dei quali sono stati aggiornati al 2010).