giovedì 18 novembre 2010

Campagna Io come Tu e il Cambiamento Climatico



Rifugiati del clima. Avete mai sentito parlare? Sì, esistono e diventano ormai fonte di preoccupazione per i governi dei paesi arricchiti. E proprio per parlarne e rifletterci sopra, un gruppo di 15 ragazzi di un liceo trentino ha pensato di partire dal video della campagna che Unicef Italia ha lanciato in questi giorni per celebrare i 21 anni della Convenzione sui Diritti dei Bambini (20 novembre): Io come Tu

La campagna di Unicef è rivolta ai ragazzi, per dimostrare che tutti i bambini e gli adolescenti godono e devono godere dei loro diritti: non importano le differenze perché quando si parla di diritti non contano né sesso né religione né lingua né razza! 

Green Team è un gruppo di adolescenti che stanno portando avanti la Conferenza Internazionale Prendiamoci Cura del Pianeta nel Liceo Bertrand Russel, di Cles (TN). 

Partendo proprio dal video di Unicef, i ragazzi e quattro insegnanti hanno cercato di vedere quale rapporto esiste tra immigrazione e cambiamenti climatici. Certo, si incomincia a parlare di rifugiati climatici. Ne dà notizia Euractive che spiega che secondo uno studio del GMF, The German Marshall Fund, a causa dei cambiamenti climatici Europa e Stati uniti subiranno nuove ondate di immigrazione.

La preoccupazione della Comunità Europea è che i flussi migratori aumenteranno e a spostarsi saranno le persone provenienti dagli strati più fragili delle società, però avvisa il GMF principalmente da sud a sud. I fattori che causeranno quella che si prevede una massiccia immigrazione sono siccità, aumento del livello dei mari, la competizione per l’approvvigionamento delle risorse e calamità naturali. Secondo lo studio il mondo occidentale sta ignorando il problema di tipo umanitario che potrebbe essere generato dai nuovi flussi di immigrazione. 

Infine si sottolinea che i paesi arricchiti non sono preparati a ricevere i rifugiati climatici. Infatti a oggi si tende a affrontare le immigrazioni con soluzioni temporanee mentre coloro che scapperanno dalle conseguenze ambientali derivate dai cambiamenti climatici lo faranno in maniera definitiva e dunque l’approccio risolutivo dovrà essere necessariamente diverso. Da affrontare ci saranno certamente, secondo lo studio, il reperimento di risorse economiche per sostenere i rifugiati climatici e le tecniche di adattamento ai nuovi scenari climatici.

I ragazzi del Green Team hanno preso anche l'impegno di approfondire l'argomento leggendo l'articolo Migrazioni e Problema Idrico, di Marco Maggioli, docente del corso di laurea specialistica in gestione e valorizzazione del territorio, Università di Roma "La Sapienza".  (Con informazioni di Ecoblog)

mercoledì 17 novembre 2010

Atlante dei Bambini in Italia



Nella settimana in cui si celebra i 21 anni della Convenzione dei Diritti dell'Infanzia, Save the Children lancia il primo Atlante dell'infanzia in Italia. Sono ben 70 mappe per descrivere un "tesoro" di quasi 11 milioni di bambini.

Secondo il comunicato stampa di Save the Children, si possono trovare le principali informazioni sull’infanzia: dalle città più "giovani" d'Italia ai nomi di bambini più diffusi, dai minori soli e a rischio tratta e sfruttamento a quelli poveri, dalle città più inquinate al verde pubblico a disposizione di ogni bambino, dagli asili nido alla dispersione scolastica.


I minori rappresentano il vero e proprio tesoro del Paese che l'Atlante vuole descrivere attraverso le condizioni e le opportunita' che ne determinano presente e futuro come la distribuzione sul territorio e nelle citta', l'eta', i loro nomi italiani o stranieri, l'educazione, la famiglia o la solitudine, l'ambiente, i rischi di sfruttamento, i servizi o il dramma dell'invisibilita'.

Tra i il 1998 e il 2006 - si legge sull'Atlante dei minori - la cementificazione del suolo ha raggiunti livelli altissimi e davvero preoccupanti in molte città grandi e piccole italiane: in testa alla classifica Roma, con un incremento annuo di 336 ettari di suolo "impermeabilizzato", per un totale di 23 chilometri quadrati di costruzioni; segue Venezia, con una media annua di 151 ettari (il dato include molti corpi idrici), Parma (116 ettari, attribuibili anche alla linea dell'alta velocità), Milano (82 ettari), Taranto (78). Napoli, pur non essendo nella top ten delle città con la maggiore crescita di suolo impermeabilizzato, condivide tuttavia con Milano il primato di città per tre quarti della sua superficie ricoperta da cemento e costruzioni e priva di aree verdi attrezzate.

E tra le città italiane con meno spazi verdi si segnala anche - già nella top ten di quelle con la maggiore crescita di cemento e costruzioni - Taranto, dove gli abitanti si devono accontentare di una foglia di insalata (0,2 mq) ognuno.

lunedì 15 novembre 2010

Campagna "Io Proteggo i Bambini"


Più di mille i casi di violenza sessuale su minori, 33 bambini e adolescenti uccisi, 3.434 le persone denunciate o arrestate per questo tipo di reati. “Dai dati della Polizia di Stato per il solo 2009 si delinea uno scenario in cui i minori italiani hanno un grande bisogno di protezione”, dichiara Federica Giannotta, responsabile Diritti dei Minori di Terre des Hommes.

Per questo Terre des Hommes lancia la campagna "Io Proteggo i Bambini" con sms solidale 45509 contro le violenze sui minori. A livello globale i numeri sono enormi: le Nazioni Unite stimano che siano tra i 500 milioni e 1 miliardo e mezzo i minori sottoposti a qualche forma di violenza o abuso. “Terre des Hommes intende sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressioni su comuni e governo affinché non si abbassi la guardia sul fenomeno ma si aumenti l’impegno e si rafforzino le misure per la protezione dei minori”.

Quali diritti dei bambini nel Brasile di Lula e Dilma Roussef




"Quali diritti e quali prospettive per bambini di strada e per i poveri delle favelas nel Brasile di Dilma e di Lula?" Questa domanda ha servito da guida per una serata speciale di riflessione tenutasi il 13 novembre a Sondrio, cuore della Valtellina e promossa dall'associazione Sondrio-São Mateus: a Dança da Vida, che raggruppa alcune organizzazioni che lavorano sul tema della solidarietà internazionale e volontariato nella regione.


L'incontro ha visto la partecipazione di un centinaio di persone tra educatori, giovani volontari e "amici" del Brasile e del giornalista Paulo Lima. E non ha servito solo per fare un bilancio degli 8 anni di governo del presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva e parlare sulle sfide che ha davanti la nuova presidente, Dilma Roussef. Dança da Vida ha celebrato anche i risultati ottenuti dai 5 progetti sociali lungo sei anni di gemellaggio tra il comune brasiliano di São Mateus (nord dello Espirito Santo) e quello di Sondrio. 


Il principale scopo di questa iniziativa di solidarietà internazionale è dare un futuro e un'occasione diversa di vita ai bambini e adolescenti impoveriti di São Mateus con lo studio e la formazione professionale, basandosi nella filosofia dell'educatore brasiliano Paulo Freire.

mercoledì 10 novembre 2010

UNICEF: "Io come Tu" in difesa dei bambini e adolescenti immigrati



Promuovere i diritti di ogni bambino e adolescente a partire dalla lotta alle disuguaglianze: da questo approccio nasce la campagna di sensibilizzazione "Io Come Tu" dell'UNICEF Italia.

Oggi più che mai è importante ribadire anche nel nostro Paese l'inviolabilità del principio di non discriminazione, soprattutto a tutela dei gruppi più vulnerabili come i bambini e gli adolescenti di origine straniera, per i quali sembra diventato socialmente accettabile derogare su alcuni diritti universali.

Scopri la campagna su www.unicef.it/iocometu e partecipa online inviando la tua opinione.

martedì 9 novembre 2010

Un'altra Politica in TV è possibile




Parlare di politica in prima serata in TV è possibile e senza annoiarsi ed intervistare i soliti politici mediatici, che sia di destra, centro o sinistra. Basti guardare ai numeri apparsi oggi sull'Ansa. 


Con una media di 7 milioni 623 milioni spettatori pari al 25.48% di share ottenuta ieri sera, Vieni via con me si laurea come il programma piu' visto di Raitre degli ultimi dieci anni. La trasmissione di e con Fabio Fazio e Roberto Saviano, che all'esordio ha ospitato, tra gli altri, il premio Oscar Roberto Benigni e il maestro Claudio Abbado, ha ottenuto picchi superiori a 9,3 milioni di spettatori e al 32% di share (il piu' alto alle 22:42 con 9 milioni 321 mila e il 32.02%).


I contatti sono stati oltre 18 milioni, con una permanenza record del 42.30%. Notevoli anche i risultati nei target piu' giovani e nel pubblico laureato: sul pubblico tra i 15 e i 24 anni il programma ha raggiunto il 28% di share, ha superato il 30% (30.14%) in quello tra i 25 e i 34 anni e, infine, ha superato il 46% di share (46,21%) tra i laureati.

lunedì 8 novembre 2010

Ecoconsiglio: Le borse di plastica diventano fuorilegge


Dal 1 gennaio 2011 le buste di plastica non biodegradabili diventano fuorilegge anche in Italia. L'associazione RAM lancia in novembre una campagna per l'acquisto di borse ecosostenibili prodotte in jutta da artigiani del Bangladesh e in cotone organico da artigiane dell'India, tutte personalizzabili e con un'etichetta in tessuto che ne descrive la provenienza. Per enti, associazioni, negozi, gruppi d'acquisto, regali sostenibili.

Informazioni e prezzi: 0185799087, orzonero@hotmail.comwww.associazioneram.it

domenica 7 novembre 2010

Automonitoraggio: Una vita su misura



Come diciamo a Viração, in Brasile, bisogna curare ogni momenti del processo di realizzazione di un progetto di educomunicazione/mediaeducation. A cominciare dalla progettazione o ideazione. Poi passiamo allo sviluppo per poi arrivare al monitoraggio, alla valutazione e quindi alla celebrazione. Sì, bisogna celebrare gli apprendimenti e le sfide superate. 


Ecco che a volte ci dimentichiamo dell'importanza del monitoraggio. Certo, soffermarci sugli indicatori e parlare dei numeri ci può far cadere nella burocrazia. Proprio in questi giorni stavo leggendo un articolo che tratta proprio sul "registrare tutto, monitorare se stessi fino a perdere di vista il vero motivo per cui lo si fa. La tecnologia fornice sempre di più strumenti alla quantificazione". L'articolo è di Gary Wolf su Internazionale, ma pubblicato originalmente su The New York Times Magazine (USA). Wolf è giornalista statunitense e scrive di scienza e società per Wired.


Ecco qualche stralcio che ritengo importante non solo a livello individuale ma anche a livello di gruppi e progetti di educomunicazione e mediaeducation.
"Tutti commettiamo errori. Errori fattuali ed errrori di giudizio. Abbiamo punti ciechi nel nostro campo visivo e vuoti di attenzione. A volte non riusciamo a rispondere neanche alle domande più semplici. Dov'ero la settimana scorsa a quest'ora? Da quanto tempo ho questo dolore al ginocchio? Quanti soldi spendo in media al giorno? Questi punti deboli ci mettono in difficoltà. Prendiamo decisioni sulla base di informazioni parziali. Siamo costreti a naviagere alla cieca, a seguire l'istinto..."


"Se vogliamo sostituire i capricci dell'intuizione con qualcosa di più affidabile, prima di tutto dobbiamo raccogliere i dati. Solo quando conosciamo i fatti possiamo prendere delle decisioni..."


"Sopportiamo la quantificazione patologica - un tipo di conoscenza arida, astratta e meccanica - perché i suoi risultati sono spesso preziosi. Contare le cose ci permette di fare analisi, confronti, esperimenti. I numeri rendono i problemi meno attraenti dal punto di vista emotivo, ma intellettualmente più gestibili..."

sabato 6 novembre 2010

Facebook: Italiani al primo posto



Sei ore e 27 minuti al mese. È il tempo dedicato alla connessione su Facebook da parte degli italiani, secondo dati Nielsen. Dietro gli USA (sei ore) e la Francia (4 ore e dodici minuti). L’ Italia, stando ai dati Nielsen, è al primo posto tra i frequentatori di Facebook con 16 milioni di iscritti, ma nel 2003 il tempo medio passato sui social network non superava i 15 minuti al mese, per arrivare a tre ore e mezzo nel 2008, fino appunto alle 5 ore e oltre del 2010, come media mondiale.


“I social network sono una moda o un fenomeno duraturo? Se non sono una moda, che effetti hanno sui nostri comportamenti relazionali? Sono utili o costituiscono in definitiva una perdita di tempo?", s'interroga Giuseppe Riva, professore di Psicologia della Comunicazione all'Università Cattolica di Milano e presidente dell'Associazione Internazionale di CyberPsicologia. Riva è autore di I Social network (Il Mulino), che si ripercorre la storia dei social network da Facebook a MySpace, da Twitter a Linkedin, per spiegare quanto abbiano cambiato la nostra  vita.


Il suo libro pubblicato proprio alla fine di ottobre affronta il complesso mondo dei social network, illustrandone le caratteristiche: come sono nati e come si sono evoluti, quali effetti hanno prodotto sulle relazioni e sull'identità delle persone. Un'opera accessibile e informata per comprendere a fondo un fenomeno ormai così diffuso da non poter essere ignorato. Per la casa editrice Il Mulino, Riva ha pubblicato anche Psicologia dei nuovi media, nel 2008.

mercoledì 3 novembre 2010

Identità digitale: 81% è sul Web già da 2 anni, rivela studio



Da alcuni anni si parla di nativi digitali, ma secondo me dobbiamo parlare ormai di pre-nativi digitali. A confermare questa tendenza, è un recente studio condotto dagli analisti di Research Now, commissionato dalla società specializzata in sicurezza informatica AVG e intitolato Digital Birth: Welcome to the Online World


Lo studio mostra come l’81% degli utenti sia già presente sul Web all’età di due anni e il 33% lo sia ancor prima di nascere. Mette in luce i grossi problemi di sicurezza derivanti da un comportamento probabilmente giudicato come normale dalla maggioranza degli utenti, ma potenzialmente lesivo della privacy dei bambini, che un domani si troveranno un’identità digitale già online, ancor prima che loro stessi abbiano avuto il tempo di scegliere se crearla o meno.


I dati parlano chiaro: l’81% dei bambini ha un’identità digitale, con tanto di foto caricate già all’età di due anni, mentre il 33% “nasce online ancor prima di venire al mondo”, con le foto prenatali caricate sui vari social network dai genitori. Stando allo studio commissionato da AVG, il 7 per cento dei bimbi sul Pianeta avrebbe già acquisito un proprio indirizzo di posta elettronica. Il 5 per cento di questi potrebbe teoricamente già consultare il proprio profilo social, aperto dai suoi genitori mediamente entro i due anni d'età.
Gli esperti di sicurezza di AVG avvertono: “Le immagini condivise sui propri profili online, se mal configurati nelle impostazioni per la privacy, sono visibili a tutto il mondo virtuale e non solo ai nostri amici”, convinzione che spinge oltre il 70% dei genitori a caricare le foto dei loro bambini online, contro il 22% di coloro che invece lo fanno solo per completare il loro profilo sui social network.


Quello dell‘identità digitale non è però l’unico problema: inutile sottolineare il rischio che le foto dei bambini finiscano nelle mani sbagliate, rischio che in un panorama come quello del Web è più che mai concreto. Lo studio è partito da un campione di 2.200 madri, intervistate in vari paesi del mondo tra cui Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Stati Uniti. Proprio in terra statunitense, il 92 per cento delle madri ha dichiarato di aver lasciato su Internet alcune tracce esistenziali del proprio pargoletto. 34 mommy su 100 avrebbero addirittura pubblicato online l'ecografia che ritrae il nascituro. Ecco i dettagli dei dati raccolti:
  • Stati Uniti 92%;
  • Canada 84%;
  • Regno Unito 81%;
  • Francia 74%;
  • Italia 68%;
  • Germania 71%;
  • Spagna 71%;
  • Australia 84%;
  • Nuova Zelanda 91%;
  • Giappone 43%;
Madri che dichiarano di aver caricato online le foto dei loro bambini ancor prima che nascano:
  • Stati Uniti 33%;
  • Canada 37% ;
  • Regno Unito 37%;
  • Francia 26%;
  • Italia 26%;
  • Germania 30%;
  • Spagna 24%;
  • Australia 41%;
  • Nuova Zelanda 41%;
  • Giappone 19%
Madri che dichiarano di aver caricato online le foto dei bambini immediatamente dopo la nascita:
  • Stati Uniti 34%;
  • Canada 37%;
  • Regno Unito 23%;
  • Francia 13%;
  • Italia (14%;
  • Germania) 15%;
  • Spagna (24%;
  • Australi 26%;
  • Nuova Zelanda 30%;
  • Giappone 14%
Madri che dichiarano di aver creato un indirizzo email ai propri bambini all’età di due anni:
  • Stati Uniti 6%;
  • Canada 9%;
  • Regno Unito 4%;
  • Francia 7%;
  • Italia 7%;
  • Germania 7%;
  • Spagna 12%;
  • Australia 7%;
  • Nuova Zelanda 4%;
  • Giappone 7%
Madri che dichiarano di aver creato ai loro bambini un profilo sui social network:
  • Stati Uniti 6%;
  • Canada 8%;
  • Regno Unito 4%;
  • Francia 2%;
  • Italia 5%;
  • Germania 5%;
  • Spagna 7%;
  • Australia 5%;
  • Nuova Zellanda 6%;
  • Giappone 8%.


lunedì 1 novembre 2010

Ranking verde Greenpeace: male Nintendo e Microsoft

Ranking “verde” do Greenpeace - edição de outubro de 2010


Greenpeace ha rilasciato l'ultima versione della sua classifica delle aziende tecnologiche più e meno "verde". Ripetendo l'esecuzione delle misurazioni passate, Nokia e Sony Ericsson continuano come società più rispettose dell'ambiente, con un punteggio di 7,5 e 6,9, rispettivamente, su un indice che va da 0 a 10.
Dall'altro lato della classifica,  la giapponese  Nintendo con un punteggio di 1,8, mantenendo la sua posizione da quando la classifica era creato. Dietro Microsoft e Toshiba con 1,9 e 2,3, rispettivamente.



Nel caso di Nintendo, ciò che danneggia la posizione della società è l'uso insistente di PVC nei suoi prodotti, l'emissione di gas tossici e la mancanza di chiarezza in materia di smaltimento dei rifiuti pericolosi. Greenpeace ha ammesso che la società sta cercando di eliminare l'uso di PVC, dall'altro, ha detto che la società non ha fornito una linea temporale che mostra l'avanzamento di questo lavoro.


Un problema simile si verifica rispetto a Microsoft. Greenpeace propone di invertire la mancata graduale eliminazione di materiali come PVC e BFR, con il sostegno di RoHS (Restriction of certain Hazardous Substances), che mira a ridurre l'uso di sostanze pericolose nei dispositivi elettronici.

Nel caso della Toshiba, ancora una volta pesa la questione del PVC, ma c'è un altro fattore che compromette: l'azienda non ha informato che non ha potuto rispettare la tempistica per l'eliminazione di prodotti dannosi che hanno fornito.


Il rapporto completo lo trovi sul sito del Greepeace (in inglese e in formato DF)