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lunedì 18 luglio 2011

Viração vince Premio MED 2011



Paulo Lima, rappresentando Viração, e Rossana Bruzzone,
che ha vinto il Premio MED della Giuria  Scientifi

La Rivista Viração ha vinto il premio del MED "Cesare Scurati" della Giuria Popolare e Menzione Speciale della Giuria Scientifica. Il Premio dell'Associazione Italiana di Educazione ai Media e alla Comunicazione è stato istituito nel 2005 con l’intento di stimolare la produzione di buone pratiche di media education nei vari ambiti educativi (scuola, extrascuola, adulti, territorio…). 

Viene consegnato annualmente in occasione della Summer school dell'Associazione che si tiene a Corvara in Val Badia nel mese di luglio.La premiazione è avvenuta durante la festa per i 20 anni della Summer School, il 16 luglio scorso.

Secondo il MED, "in una realtà educativa complessa e difficile come quella brasiliana, la rivista Viração rappresenta un'esperienza significativa di educomunicazione, capace di conciliare la professionalità di alcuni giornalisti co un lavoro diffuso di partecipazione giovanile che diventa 'coscientizzazione', seguendo l'insegnamento dell'educatore Paulo Freire".

Guarda l'album di foto su Facebook sulla Summer School e sul Premio di questo anno:

Conosci e abbonati anche alla rivista del MED su studi, ricerche e buone pratiche di media education in Italia e nel mondo e diretta a insegnanti e media educator.

mercoledì 25 maggio 2011

Telemouse: i volontari della conoscenza

Premiazione Telemouse 3.0 - Volontari della conoscenza
Valentina Mura Balzoni, premiata come miglior volontario


L'iniziativa è assai impegnativa e suona come una grossa sfida: costruire la Rete dei Volontari della Conoscenza in Italia. E si parte proprio dal progetto Telemouse, il piano di alfabetizzazione digitale per la terza età promosso nella Capitale da Fondazione Mondo Digitale e Telecom Italia


E un grande passo è stato dato con il Premio Telemouse 3.0, vinto da due giovani ragazze che hanno ottenuto una borsa di studio. Nella durata di soli due anni, tutor e volontari di scuole romane hanno animato le attività digitali, alle quali hanno preso parte oltre 12.000 anziani. 
I corsi sono stati svolti presso gli Internet Corner in 50 centri sociali per anziani. 


L'apprendimento riguardante l'uso di Internet e dei servizi della Pubblica amministrazione, è stato sviluppato in un percorso di 120 corsi gratuiti di 30 ore e sono stati frequentati da 3.000 anziani, guidati da 1.800 tutor e 150 docenti coordinatori.
Per la prima edizione del Premio Telemouse 3.0, il Dipartimento della Gioventù, Fondazione Mondo Digitale e Telecom Italia, hanno esaminato i profili di 174 candidati.


Volontari della conoscenza, giovani fra i 12 e i 20 anni, hanno scelto di diventare formatori digitali per la terza età. I vincitori, i quali sono stati premiati presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono:
- Egzona Baxhak, studentessa della 5ª liceo scientifico F. D'Assisi, ha un vinto una borsa di studio di 500 euro per le grandi capacità didattiche e relazionali dimostrate nel corso delle lezioni di Telemouse.
- Valentina Mura Balzoni, studentessa della 3ª classe dell'Istituto L. Pirelli, ha vinto una borsa di studio di 1.500 euro per il suo impegno come animatrice digitale presso l'Internet Corner Telecom nel centro anziani del quartiere.


Se sei interessato e ne vuoi sapere di più, puoi visitare i seguenti link: Egzona Baxhak il genio folletto della solidarietà ; premiati volontari della conoscenza33 finalisti al premio Telemouse 3.0 ; I numeri di Telemouse.www.telecomitalia.it

Telemouse: i volontari della conoscenza




Lo sai che grazie al concorso di Telemouse 3.0 due giovani ragazze hanno ottenuto una borsa di studio e ad ogni formatore digitale sono state consegnate sei menzioni speciali e Bibliocard?
Nella durata di soli due anni, tutor e volontari di scuole romane hanno animato le attività digitali, alle quali hanno preso parte oltre 12.000 anziani. I corsi sono stati svolti presso gli Internet Corner in 50 centri sociali per anziani. L'apprendimento riguardante l'uso di Internet e dei servizi della Pubblica amministrazione, è stato sviluppato in un percorso di 120 corsi gratuiti di 30 ore e sono stati frequentati da 3.000 anziani, guidati da 1.800 tutor e 150 docenti coordinatori.
Per la prima edizione del Premio Telemouse 3.0, il Dipartimento della Gioventù, Fondazione Mondo Digitale e Telecom Italia, hanno esaminato i profili di 174 candidati.
Volontari della conoscenza, giovani fra i 12 e i 20 anni, hanno scelto di diventare formatori digitali per la terza età. I vincitori, i quali sono stati premiati presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono:
- Egzona Baxhak, studentessa della 5ª liceo scientifico F. D'Assisi, ha un vinto una borsa di studio di 500 euro per le grandi capacità didattiche e relazionali dimostrate nel corso delle lezioni di Telemouse.
- Valentina Mura Balzoni, studentessa della 3ª classe dell'Istituto L. Pirelli, ha vinto una borsa di studio di 1.500 euro per il suo impegno come animatrice digitale presso l'Internet Corner Telecom nel centro anziani del quartiere.
Se sei interessato e ne vuoi sapere di più, puoi visitare i seguenti link: Egzona Baxhak il genio folletto della solidarietà ; premiati volontari della conoscenza33 finalisti al premio Telemouse 3.0 ; I numeri di Telemouse.

mercoledì 12 gennaio 2011

Il cellulare contro la pedofilia



Il cellulare per difendersi dall'aggressore pedofilo e metterlo in galera. L'ho ha fatto una ragazzina appena compiuto 14 anni, che è riuscita a registrare di nascosto col suo telefonino le violenze che quell'uomo, un amico di famiglia che abusava di lei da quando aveva 9 anni. La notizia è stata diffusa oggi dall'Ansa.


La tenacia della ragazzina, che ha deciso cosi' di fornire agli inquirenti prove certe delle terribili violenze subite sulla sua pelle, ha permesso ai magistrati prima di arrestare il pedofilo e poi di condannarlo a 8 anni e 4 mesi di reclusione, con rito abbreviato. 


La sentenza e' stata emessa oggi dal gup di Milano Luigi Varanelli, a conclusione dell'inchiesta coordinata dal pm Giancarla Serafini. La ragazzina, che vive in un comune alle porte di Milano, all'inizio dello scorso anno aveva visto in tv un servizio della trasmissione 'Le Iene' che riportava il racconto di una bambina vittima di abusi sessuali. 


Nel servizio la piccola invitava gli altri bambini a denunciare e a non rimanere in silenzio. Spinta da quelle parole, la ragazzina aveva cominciato a parlare della sua drammatica vicenda. Prima con le sue compagne di scuola, durante una gita scolastica lo scorso aprile. A loro aveva descritto ció che aveva visto in televisione, aggiungendo poi che le stesse violenze le stava subendo una sua amica. In realtà stava raccontando la sua storia. Poco dopo si era confidata con un insegnante e poi con i suoi genitori, che le avevano detto subito di non incontrare più quell'uomo di 60 anni, il quale in passato aveva avuto una relazione anche con la madre della piccola.


La ragazzina pero' non gli aveva dato retta e prima di presentarsi in Procura con i genitori per sporgere denuncia (il 5 maggio scorso), era andata all'appuntamento (il primo maggio) che l'uomo le aveva dato e aveva filmato le violenze subite ancora una volta. Stavolta pero' rimaneva il volto di lui ripreso nelle immagini come prova inconfutabile. Dopo la denuncia in Procura, il pm aveva disposto una perquisizione a casa dell'uomo. Erano stati trovati una serie di oggetti erotici utilizzati dal pedofilo per violentare la bambina per anni, dal 2006 in poi, oltre ad alcuni bastoni e coltelli con i quali la minacciava di non dire niente. Il 22 giugno scorso, infine, l'uomo era finito in carcere, dove è tuttora detenuto, condannato per violenza sessuale aggravata. 


La ragazzina, parte civile nel processo, ha raccontato ai magistrati che a darle il coraggio di denunciare non è stato soltanto il servizio de 'Le Iene', ma anche il fatto che l'uomo avesse già messo gli occhi addosso a un'altra bambina.

lunedì 10 gennaio 2011

Mondo Digitale: Aperte le iscrizioni per il Global Junior Challenge

Premiazione del Global Junior Challenge 2009, a Roma


Lo slogan sembra una professione di fede nell'umanità che non si arrende alle leggi del Mercato e del profitto: "Ridurre le disuguaglianze nel mondo con la tecnologia, la creatività e l'innovazione sociale". Sì, è proprio così che la Fondazione Mondo Digitale annuncia la nuova edizione del Premio Global Junior Challenge, il concorso internazionale che premia l'uso innovativo delle tecnologie nel campo della formazione, della solidarietà e della cooperazione interculturale.



Promosso dal Comune di Roma, il Premio è organizzato ogni due anni dalla Fondazione Mondo Digitale sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana.

Gli organizzatori ritengono che "si tratta di un'occasione unica per riflettere sull'importanza delle sfide poste dall'educazione per il 21° secolo e sul ruolo delle tecnologie per l'innovazione didattica, l'integrazione sociale, lo sviluppo e l'abbattimento della povertà nel mondo". 

E chi può partecipare? Le scuole e università, istituzioni pubbliche e private, cooperative e associazioni culturali, imprese, privati cittadini. 

Delle tre categorie speciali, la seconda e la terza sono una novità dell'edizione 2011:
- ICT per l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro
- ICT per l'integrazione degli immigrati e dei rifugiati in collaborazione con United Nations Alliance of Civilizations (UNAOC)
- ICT per lo sviluppo sostenibile dell'ambiente in partnership con Legambiente.
Altra novità del 2011 è il premio "ICT per la partecipazione sociale dei giovani", ideato in collaborazione con United Nations Alliance of Civilizations per valorizzare  i progetti, realizzati dalle nuove generazioni, che producono un reale cambiamento sociale. Il termine ultimo per la presentazione dei progetti è il 30 giugno 2011.

All'indirizzo www.gjc.it/2011/progetti è possibile iscriversi on line o scaricare il modulo da compilare e inviare per posta. Una giuria internazionale seleziona i progetti finalisti e proclama i vincitori. L'appuntamento per la premiazione è in Campidoglio nell'ottobre del 2011.

lunedì 6 dicembre 2010

Educomunicazione ambientale: Italia con 20 miliardi di borse di plastica




Un po' di dati per chi magari volesse preparare un'attività di educomunicazione ambientale nell'ambito della Matematica e Geografia.
L'Italia ha un record negativo nell'utilizzo di sacchetti non riciclabili per la spesa. Da noi ogni anno si mettono in vendita 20 miliardi di borse di plastica, che rappresenta il 25% di tutte quelle usate in Europa, 300 a testa.
Per produrle si usano 430 mila tonnellate di petrolio. Al problema della produzione si aggiunge quello dello smaltimento: una volta finita nei rifiuti. una busta di plastica impiega una media di 400 anni per essere smaltita, inquinando aria, mari, fiumi e boschi. 
Circa 8kg di sacchetti di plastica sono consumati e immessi nell’ambiente, ogni anno, per la spesa di una famiglia media. Produzione, consumo e smaltimento dei sacchetti di una famiglia comportano un’emissione nell’ambiente di circa 19 kg di CO2. Un albero in crescita ci mette un anno a riassorbire quella quantità di CO2.
Ricordiamoci che il prossimo primo gennaio scatta il divieto alle borse non biodegradabili.

domenica 7 novembre 2010

Automonitoraggio: Una vita su misura



Come diciamo a Viração, in Brasile, bisogna curare ogni momenti del processo di realizzazione di un progetto di educomunicazione/mediaeducation. A cominciare dalla progettazione o ideazione. Poi passiamo allo sviluppo per poi arrivare al monitoraggio, alla valutazione e quindi alla celebrazione. Sì, bisogna celebrare gli apprendimenti e le sfide superate. 


Ecco che a volte ci dimentichiamo dell'importanza del monitoraggio. Certo, soffermarci sugli indicatori e parlare dei numeri ci può far cadere nella burocrazia. Proprio in questi giorni stavo leggendo un articolo che tratta proprio sul "registrare tutto, monitorare se stessi fino a perdere di vista il vero motivo per cui lo si fa. La tecnologia fornice sempre di più strumenti alla quantificazione". L'articolo è di Gary Wolf su Internazionale, ma pubblicato originalmente su The New York Times Magazine (USA). Wolf è giornalista statunitense e scrive di scienza e società per Wired.


Ecco qualche stralcio che ritengo importante non solo a livello individuale ma anche a livello di gruppi e progetti di educomunicazione e mediaeducation.
"Tutti commettiamo errori. Errori fattuali ed errrori di giudizio. Abbiamo punti ciechi nel nostro campo visivo e vuoti di attenzione. A volte non riusciamo a rispondere neanche alle domande più semplici. Dov'ero la settimana scorsa a quest'ora? Da quanto tempo ho questo dolore al ginocchio? Quanti soldi spendo in media al giorno? Questi punti deboli ci mettono in difficoltà. Prendiamo decisioni sulla base di informazioni parziali. Siamo costreti a naviagere alla cieca, a seguire l'istinto..."


"Se vogliamo sostituire i capricci dell'intuizione con qualcosa di più affidabile, prima di tutto dobbiamo raccogliere i dati. Solo quando conosciamo i fatti possiamo prendere delle decisioni..."


"Sopportiamo la quantificazione patologica - un tipo di conoscenza arida, astratta e meccanica - perché i suoi risultati sono spesso preziosi. Contare le cose ci permette di fare analisi, confronti, esperimenti. I numeri rendono i problemi meno attraenti dal punto di vista emotivo, ma intellettualmente più gestibili..."

martedì 7 settembre 2010

Scuola ideale è con mediaeducation



A 24 ore dall'inizio della scuola, un sondaggio che ci fa riflettere sulla scuola ideale per gli studenti, che vorrebbero utilizzare le nuove tecnologie per rendere lo studio meno noioso e più divertente. Murales e professori più giovani e "moderni" le altre proposte per la scuola dei sogni. E' quanto emerge da uno studio promosso da Comunicazione Perbene, associazione no profit, condotto su 1.600 studenti (scuola media e superiore) e realizzato attraverso un monitoraggio su blog, forum, community specializzate sulla scuola e sui più importanti social network.

Gli studenti non si sentono a proprio agio tra i banchi di scuola (73%). C'é chi la considera un luogo di tortura (21%) e chi non ha un buon rapporto con il proprio insegnante e sogna professori in stile Robin Williams nel film "L'attimo fuggente" (63%). Inoltre c'é chi parla di programmi troppo "antichi" (56%) e di metodi di insegnamento noiosi e tradizionali (49%). E proprio per cambiare la situazione i ragazzi lanciano nuove idee per migliorare la scuola. Tra murales fatti per colorare le pareti (31%) e professori più giovani (35%), la proposta più "esplosiva" è di utilizzare smartphone, iPad e videogiochi in classe (67%). Se le materie devono rimanere uguali per forza (27%), studiarle con i new media le renderebbe almeno digeribili (75%), oltre a migliorare il rapporto tra compagni di classe e con l'insegnante (61%).

Cosa criticano maggiormente gli studenti della loro scuola? Al primo posto ci sono i professori: da chi si lamenta perché hanno l'età dei loro nonni (39%) a chi li considera poco preparati (27%) e li accusa di stare in classe solo per torturarli, senza cercare mai di istaurare un rapporto alunno-insegnante (19%). Collegata agli insegnanti, ma anche all'organizzazione scolastica in generale, i ragazzi criticano i metodi di apprendimento che sono costretti ad utilizzare. Da chi brucerebbe subito quei "mattoni" che spaccano la schiena (51%) a chi non sopporta più i soliti compiti in classe e interrogazioni (55%) e si sente ridicolo ad imparare le cose a memoria (33%), per finire con chi ha già la nausea a pensare di dover ricominciare a leggere, sottolineare e ripetere per tutto l'anno (47%).

Gli alunni, inoltre, puntano il dito verso i programmi delle materie, che a loro dire sono noiosi e poco interessanti (69%). Non capiscono infatti perché devono essere costretti a studiare il pensiero di uno che è morto 500 anni fà (65%) o delle formule matematiche incomprensibili e che non servono a nulla (52%). Per altri è assurdo utilizzare programmi che sono rimasti uguali a quelli di 50 anni fa (41%). I ragazzi non risparmiano critiche nemmeno alla struttura degli edifici. Classi fatiscenti (61%), pareti sporche e con colori deprimente (43%), sedie scomode e banchi in stato pietoso (71%).

domenica 20 giugno 2010

Ecco le Raccomandazioni dei Giovani ai Media del Mondo



Alla fine dei lavori svolti durante World Summit on Media for Children and Youth, a Karlstad (Svezia), il Consiglio Globale di Giovani e Media (Global Youth Media Council - GYMC) ha rilasciato sei raccomandazioni urgenti su come migliorare i media per bambini e giovani.

Il GYMC, commissionato dal Vertice Mondiale sui Media per Bambini e Giovani, è composto da oltre 20 giovani di età compresa tra 13-24, di tutto il mondo, con conoscenze di politica, campagne giornalistiche, media giovanili e diritto. Una rappresentante, Yorka Nicosio, 13, ha preso quattro aerei per una durata complessiva di 36 ore e ha fatto un viaggio in autobus di 13 ore per essere presente al vertice. Suo padre, un minatore con un contratto di lavoro precario, ha perso una settimana di salario per viaggiare con Yorka.

"Anche se tutti noi proveniamo da paesi diversi, siamo tutti consapevoli che i mezzi di comunicazione sono uno strumento importante per l'istruzione, per la partecipazione e per dare concretamente voce ai bambini e ai giovani ... creeremo un piano d'azione per i singoli paesi e anche come consiglio globale di giovani, per estendere ulteriormente la campagna. "

- Akhter Uma, 19, Consiglio Giovani e Media UK

Le questioni globali e raccomandazioni:

Accesso limitato a Internet
• governi, operatori di telefonia mobile e media multinazionali devono lavorare insieme per garantire l'accesso gratuito o sostenibile ad internet in tutte le scuole e biblioteche di tutto il mondo.

Assicurarsi che i bambini siano al sicuro su Internet
• L’informazione circa i potenziali pericoli su Internet dovrebbe iniziare a livello di scuola primaria, compresa l’educazione ai diritti e obblighi collegati all'utilizzo di Internet.

I bambini e i giovani non sono coinvolti nel processo decisionale
• Bambini e ragazzi devono scrivere più articoli nei giornali nazionali e locali.
• Ogni paese dovrebbe avere un Consiglio di Giovani e Media.

Rappresentazione negativa dei bambini e dei giovani sui media

• I media devono adottare le linee guida vigenti sull’etica in materia di comunicazione sui bambini e giovani, in modo da offrire una rappresentazione equilibrata.

Mancanza di competenza mediale

• L'educazione ai media dovrebbe essere una parte del curriculum fin dai primi anni in ogni paese.

Interessi commerciali versus responsabilità sociale

• Solo i prodotti che contribuiscono positivamente alla crescita dovrebbero essere associati ai media per bambini.
Ci dovrebbero essere più giornali / canali radio / TV a carattere non commerciale, finanziati da fondazioni / amministrazioni pubbliche / enti di beneficenza.

Le raccomandazioni saranno riesaminate dal GYMC ogni anno nell’International Children’s Day of Broadcasting.

Le raccomandazioni sono già state sottoscritte da parte degli esperti dei media:

"Sono davvero impressionata dalle questioni e le raccomandazioni che avete proposto. Ma sono anche impressionata da quanto velocemente e in che modo i giovani da tutto il mondo sono stati in grado di lavorare insieme. Le raccomandazioni sono veramente forti e ci sono alcune idee davvero buone su cui molte persone hanno lavorato per molto tempo quindi è sorprendente che queste raccomandazioni siano state sviluppate in pochi giorni "- Dr Patricia Edgar, direttore e fondatore della Australian Children's Television Foundation e fondatore del World Summit on Media for Children and Youth.


"Il Consiglio Globale di Giovani è di grande importanza: tante voci della nuova generazione che richiedono una maggiore consapevolezza nei mezzi di comunicazione non può essere ignorato" - Ole Chavannes, Kids' News Network.


 "Il Consiglio Globale di Giovani è un'opportunità entusiasmante per i mezzi di comunicazione di ascoltare realmente i giovani" - Jordi Torrent, capo di UN Alliance for Civilization, USA.


"Queste raccomandazioni dimostrano che i giovani a livello mondiale non sono soddisfatti dei contenuti fatti per loro. E' importante comunicare con i giovani, ma, soprattutto, è importante avere un contenuto prodotto direttamente dai giovani. Devono essere parte di tutto il processo - perché loro sono in grado di farlo" - Paulo Lima, direttore esecutivo di Viração, Brasile.

"Con un Consiglio Globale di Giovani e Media, siamo più vicini alla creazione di mezzi di comunicazione responsabili e che coinvolgano attivamente la voce dei giovani" - Karen Cirillo, produttore esecutivo di Children’s Broadcasting Initiatives in UNICEF, New York.

"Sono molto felice di dare il mio sostegno alle raccomandazioni del Consiglio Globale di Giovani e Media. Mi auguro che le organizzazioni di tutto il mondo si uniranno a me. I media devono imparare ad ascoltare una nuova generazione, in modo che non facciamo i vecchi errori che ci hanno portato alla rovina economica." - Lord David Puttnam, Produttore Indipendente di Film in UK e politico.

RADIJOJO!, la prima stazione radio tedesca a fini non commerciali, non-profit per bambini, e Kids News Network, una multinazionale si sono già impegnate ad attuare e sostenere le raccomandazioni.

Il Consiglio Globale di Giovani e Media esorta gli esperti dei media ad offrire il proprio sostegno - avallo, materiale, collegamenti, ecc - visitando il sito www.Globalyouthmediacouncil.com (creato in soli due giorni specialmente per i delegati al vertice) e via mail a globalyouthmediacouncil@gmail.com.


Per altre informazioni: Richard Lemmer
emmer88@hotmail.com

mercoledì 16 giugno 2010

Innovare per fare Media con e per i bambini


Siamo in più di mile persone di 40 paesi a discutere il rapporto tra i media e i diritti dei bambini e adolescenti e giovani. E non solo. Sono diversi gli spazi creati per favorire la condivisione di esperienze e ricerche sul campo della cosidetta media education. E' questa l'aria che si respira al Sesto World Summit on Media for Children and Youth, che si svolge dal 14 al 18 giugno nella città svedese di Karlstad, circa due ore e mezzo di treno da Stoccolma.

Nella prima giornata, tante conferenze, seminari e posters che hanno sottolineato l'importanza di utilizzare i media per proteggere i bambini e adolescenti da una logica consumista del mercato che tutto vuol vendere, dalle patatine frite e profumi ad un'immagine stereotipata delle donne, come ha denunciato Julie Gale, dell'Australia, e Jean Kilbourne, degli Stati Uniti, durante la conferenza “So sexy so soon: The new sexualized childhood”, “ Creating change through activism”.

Dovuto forse ad un problema di organizzazione, sono pochi gli adolescenti e giovani all'incontro. L'angolana Anabela Pacheco, che ha partecipato al Summit di Rio, nel 2004, dice che nonostante la poca partecipazione dei ragazzi, “il summit rappresenta un importante spazio di condivisione delle esperienze e conoscenza tra le persone”. Alla Radio Nacional, sostenuta dal governo di Angola, lei dirige un programma per bambini chiamato Radio Piô (Bambino), in onda tutti i giorni e prodotto da bambini per bambini.

La nigeriana Funmi Grace Ajumobi, invece, porta avanti un'iniziativa di media education tramite il giornale Vanguard Kiddies. “Mi dispiace che molte delle ricerche presentate almeno oggi puntano ancora molto sull'impatto della TV nell'educazione delle persone; ma bisogna considerare che molti ragazzi non guardano più la TV ma l'internet”.

domenica 13 giugno 2010

Aids: Prevenzione nelle Scuole Tramite la Comunicazione

A Brasilia (Brasile), tra il 12 e il 13 giugno, quindici adolescenti e giovani, tra 15 e 24 anni, si incontrano per discutere sulla prevenzione all’Aids e gli stereotipi riguardo all’HIV in. In questo primo incontro, promosso dall’UNICEF e battezzato di Laci Sud-Sud, partecipano rappresentanti del Brasile, Bolivia, Paraguay, Capo Verde, São Tomé e Principe e Timor Est. Le delegazioni sono composte anche da rappresentanti UNICEF e dai governi dei loro paesi, principalmente dai rispettivi Ministeri dell’Educazione.


Un’équipe di Viração sta lavorando con gli adolescenti e giovani su temi che riguardano alla comunicazione come strategia per far discutere a prevenzione nelle scuole e anche nella produzione dei contenuti dell’incontro. Puoi seguire su Twitter: www.twitter.com/viracao. La hashtag è #LSS.

Tra i principali obiettivi dell’incontro quelli di sviluppare una proposta di azione per ogni singolo paese e far nascere una rete di comunicazione tra gli adolescenti e giovani. Per portare avanti questi iniziative, l’UNICEF conterà sull’appoggio dei partnerships come Viração, in Brasile.

Creata dal governo brasiliano nel 2004, Laci Sud-Sud è una rete di cooperazione internazionale per combattere l’HIV/Aids sviluppata dai governi del Brasile, Bolivia, Paraguay, Nicaragua, Guinea Bissau, Capo Verde, São Tomé e Príncipe e Timor Est, e ha come partnerships UNAIDS, UNICEF, UNFPA e Centro Internazionale alla Cooperazione Tecnica in HIV/Aids (CICT).

Il principale obiettivo dell’iniziativa è promuovere l’accesso universale alla prevenzione, cure nel campo dell’HIVids e mobilitare la società per sconfiggere lo stigma e gli stereotipi che riguardano a coloro che vivono con HIV/Aids.

sabato 12 giugno 2010

Viração partecipa al World Summit on Media for Children and Youth 2010

Viração partecipa al sesto World Summit on Media for Children and Youth 2010, che si terrà dal 14 al 18 giugno a Karlstad, in Svezia.
 
Questa edizione ha come tema "Verso una Nuova Visione Globale per i Bambini, Adolescenti e Media – sfide nel mondo della comunicazione per i giovani” e ospiterà i maggiori specialisti del mondo in bambini,
adolescenti e media.
Secondo gli organizzatori, parteciperanno ai gruppi di dibattito, seminari, conferenze e workshop circa 1.500 delegati di 80 paesi. La ONG Viração Educomunicação, che da settembre opera anche in Italia, rappresenterà il Brasile.

Il porta-voce della Viração sarà il suo fondatore e direttore esecutivo, Paulo Lima, che ha già le valigie pronte. "Oltre alle riviste che produciamo con i ragazzi, sto anche portando la bandiera
del Brasile autografata dai giovani di regioni diverse che fanno parte del nostro Movimento Virajovem e della Rete di Adolescenti e Giovani Comunicatori, anche perché saremo nel pieno dei Mondiali”, ci scherza.

 
Il giornalista e educomunicatore afferma che il summit si presenta come un'ottima occasione per “condividere il nostro modo di fare educomunicazione e le esperienze e lavori sviluppati da altri importanti partner, come il Nucleo di Comunicazione e Educazione dell'Università di San Paolo (NCE-USP) e la ONG Catavento, nello Stato del Ceará, e la Fondazione Mondo Digitale, a Roma”.

 
I summit precedenti sono stati realizzati in Australia (1995), Inghilterra (1998), Grecia (2001), Brasile (2004) e Sudafrica (2007). L'evento è organizzato dalla World Summit on Media for
Children Foundation, che è diventata il forum internazionale più importante sui media fatti dai bambini e adolescenti.