mercoledì 12 gennaio 2011

Il cellulare contro la pedofilia



Il cellulare per difendersi dall'aggressore pedofilo e metterlo in galera. L'ho ha fatto una ragazzina appena compiuto 14 anni, che è riuscita a registrare di nascosto col suo telefonino le violenze che quell'uomo, un amico di famiglia che abusava di lei da quando aveva 9 anni. La notizia è stata diffusa oggi dall'Ansa.


La tenacia della ragazzina, che ha deciso cosi' di fornire agli inquirenti prove certe delle terribili violenze subite sulla sua pelle, ha permesso ai magistrati prima di arrestare il pedofilo e poi di condannarlo a 8 anni e 4 mesi di reclusione, con rito abbreviato. 


La sentenza e' stata emessa oggi dal gup di Milano Luigi Varanelli, a conclusione dell'inchiesta coordinata dal pm Giancarla Serafini. La ragazzina, che vive in un comune alle porte di Milano, all'inizio dello scorso anno aveva visto in tv un servizio della trasmissione 'Le Iene' che riportava il racconto di una bambina vittima di abusi sessuali. 


Nel servizio la piccola invitava gli altri bambini a denunciare e a non rimanere in silenzio. Spinta da quelle parole, la ragazzina aveva cominciato a parlare della sua drammatica vicenda. Prima con le sue compagne di scuola, durante una gita scolastica lo scorso aprile. A loro aveva descritto ció che aveva visto in televisione, aggiungendo poi che le stesse violenze le stava subendo una sua amica. In realtà stava raccontando la sua storia. Poco dopo si era confidata con un insegnante e poi con i suoi genitori, che le avevano detto subito di non incontrare più quell'uomo di 60 anni, il quale in passato aveva avuto una relazione anche con la madre della piccola.


La ragazzina pero' non gli aveva dato retta e prima di presentarsi in Procura con i genitori per sporgere denuncia (il 5 maggio scorso), era andata all'appuntamento (il primo maggio) che l'uomo le aveva dato e aveva filmato le violenze subite ancora una volta. Stavolta pero' rimaneva il volto di lui ripreso nelle immagini come prova inconfutabile. Dopo la denuncia in Procura, il pm aveva disposto una perquisizione a casa dell'uomo. Erano stati trovati una serie di oggetti erotici utilizzati dal pedofilo per violentare la bambina per anni, dal 2006 in poi, oltre ad alcuni bastoni e coltelli con i quali la minacciava di non dire niente. Il 22 giugno scorso, infine, l'uomo era finito in carcere, dove è tuttora detenuto, condannato per violenza sessuale aggravata. 


La ragazzina, parte civile nel processo, ha raccontato ai magistrati che a darle il coraggio di denunciare non è stato soltanto il servizio de 'Le Iene', ma anche il fatto che l'uomo avesse già messo gli occhi addosso a un'altra bambina.

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