domenica 7 novembre 2010

Automonitoraggio: Una vita su misura



Come diciamo a Viração, in Brasile, bisogna curare ogni momenti del processo di realizzazione di un progetto di educomunicazione/mediaeducation. A cominciare dalla progettazione o ideazione. Poi passiamo allo sviluppo per poi arrivare al monitoraggio, alla valutazione e quindi alla celebrazione. Sì, bisogna celebrare gli apprendimenti e le sfide superate. 


Ecco che a volte ci dimentichiamo dell'importanza del monitoraggio. Certo, soffermarci sugli indicatori e parlare dei numeri ci può far cadere nella burocrazia. Proprio in questi giorni stavo leggendo un articolo che tratta proprio sul "registrare tutto, monitorare se stessi fino a perdere di vista il vero motivo per cui lo si fa. La tecnologia fornice sempre di più strumenti alla quantificazione". L'articolo è di Gary Wolf su Internazionale, ma pubblicato originalmente su The New York Times Magazine (USA). Wolf è giornalista statunitense e scrive di scienza e società per Wired.


Ecco qualche stralcio che ritengo importante non solo a livello individuale ma anche a livello di gruppi e progetti di educomunicazione e mediaeducation.
"Tutti commettiamo errori. Errori fattuali ed errrori di giudizio. Abbiamo punti ciechi nel nostro campo visivo e vuoti di attenzione. A volte non riusciamo a rispondere neanche alle domande più semplici. Dov'ero la settimana scorsa a quest'ora? Da quanto tempo ho questo dolore al ginocchio? Quanti soldi spendo in media al giorno? Questi punti deboli ci mettono in difficoltà. Prendiamo decisioni sulla base di informazioni parziali. Siamo costreti a naviagere alla cieca, a seguire l'istinto..."


"Se vogliamo sostituire i capricci dell'intuizione con qualcosa di più affidabile, prima di tutto dobbiamo raccogliere i dati. Solo quando conosciamo i fatti possiamo prendere delle decisioni..."


"Sopportiamo la quantificazione patologica - un tipo di conoscenza arida, astratta e meccanica - perché i suoi risultati sono spesso preziosi. Contare le cose ci permette di fare analisi, confronti, esperimenti. I numeri rendono i problemi meno attraenti dal punto di vista emotivo, ma intellettualmente più gestibili..."

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